Packaging sostenibile per il pesce
di Paolo Bray
News | Del 14/10/2021 |
Pesce fresco e conservato. Ma come? Il pesce va protetto bene per poterlo gustare anche qualche giorno in più. Vetro, lattina o plastica? Dipende. La sostenibilità riguarda tutte le fasi del ciclo di vita. I nuovi materiali aiutano a migliorare la qualità di preservazione e imballaggio del cibo, tanto più importante per un prodotto delicato come il pesce. Il consumatore responsabile è attento al packaging dei prodotti ittici e sceglie con consapevolezza in funzione dell’impatto ambientale.
Molti dei prodotti ittici più comunemente consumati hanno una consistenza delicata, tra cui acciughe, vongole sgusciate, salmone, gamberetti. Non è un segreto che il pesce è uno dei prodotti alimentari più deperibili, che pertanto necessita di un adeguato confezionamento protettivo.
Per mantenere il sapore distintivo e la forma unica di ogni prodotto ittico, è necessario utilizzare tipologie di packaging in grado di mantenere il prodotto intatto fino al consumo. Il tipo di confezionamento dovrà anche essere attraente per i consumatori e soprattutto consentire l’applicazione di un’etichetta prodotto esaustiva (zona di provenienza, tipo di produzione, etc).
Oggi la scelta del packaging non è per niente scontata né semplice, considerando la varietà di materiali e tecnologie per imballaggi a disposizione. Fondamentale è il livello di protezione richiesta per la tipologia di cibo: barriera all’ossigeno, ai microbi, alla luce, all’umidità.
Le lattine e il vetro sono sempre state utilizzate per confezionare prodotti ittici come tonno e acciughe. Più recentemente sono entrati in gioco gli imballaggi flessibili in plastica e più raramente quelli realizzati con più strati di pellicola barriera laminati insieme - per proteggere i pacchi da forature e abrasioni. I sacchetti e le buste flessibili offrono la possibilità di confezionare il pesce a temperatura ambiente, freddo o congelato e i frutti di mare precotti o crudi. In alcuni casi, per migliorare l'aspetto visivo e prolungare la durata, il prodotto viene confezionato sottovuoto (skin pack - VSP) con una pellicola tesa e trasparente.
Per valutare l’impatto ambientale di un imballaggio occorre considerare le diverse fasi di produzione dello stesso, l’efficacia nel preservare il prodotto ittico, la facilità di recupero dell’imballaggio al termine del suo utilizzo. D’altro canto, mantenere un prodotto surgelato per molto tempo ha di per sé un impatto in termini di consumo energetico che non può essere sottovalutato. Da questo punto di vista, le conserve in latta, che possono preservare il prodotto senza la necessità di mantenerlo a basse temperature, risulteranno a minore impatto nella fase di conservazione domestica.
Se partiamo dal presupposto che l’imballaggio verrà smaltito adeguatamente al fine del suo ciclo di vita, ad esempio riciclandolo, si può in via generica affermare, sulla base della maggior parte degli studi di impatto, che a parità di quantità di materiale utilizzato la plastica risulterà il materiale a minor impatto, seguita dai film multistrato e dall’alluminio e per le conserve, dalla carta (per altro scarsamente utilizzata per imballare i prodotti ittici) e dal vetro. Minore è infatti l’impatto della plastica in fase di produzione, trasporto e trasformazione in imballaggio.
Ma attenzione: non tutte le tipologie di plastica sono riciclabili. Laddove la fase di smaltimento non è ottimizzata - tasso di recupero e riciclo molto basso -, può essere ragionevole adottare imballaggi alternativi alla plastica, compostabili o più facilmente riciclabili o riutilizzabili nei processi industriali.
Infine, risulta sempre efficace, al fine della riduzione dell’impatto, la pratica messa in atto da molte aziende di utilizzare una quantità di imballaggio sempre più ridotta in termini di peso. In questo modo si riuscirà a generare un ritorno per l’ambiente certo e quantificabile.
Quando si acquista una conserva di pesce o un prodotto ittico confezionato è bene verificare le informazioni sull’etichetta relative alla produzione dell’alimento e alla sua conservazione. E occhio ai bollini che certificano la qualità del prodotto!
Una strategia valida per il consumatore consapevole può essere quella di fare riferimento alle certificazioni di sostenibilità, come il marchio Friend of the Sea, in grado di verificare un’ottimale gestione dei rifiuti - anche da imballaggio - sia nella produzione industriale dei prodotti ittici, sia nella rivendita nei ristoranti.
In mancanza di certificazione, il consumatore dovrà riciclare adeguatamente gli imballaggi, evitare gli sprechi di prodotto, ridurre il consumo di energia, gas ed acqua in fase di conservazione e consumo del prodotto. Va detto che a volte, l’impatto di queste risorse in fase di preparazione delle nostre ricette supera di gran lunga l’impatto degli imballaggi e allora risulta quasi inutile essere selettivi nella scelta dell’imballaggio. Occorre quindi fare attenzione anche in cucina: non sprecare troppa acqua per risciacquare il pesce, prediligere cotture brevi, utilizzare tutte le parti consumabili.
In pillole
Freschezza, gusto e praticità. Il packaging del pesce ha un ruolo cruciale nell’attestare qualità del prodotto e sostenibilità del fornitore. Nuovi materiali possono guidare la svolta verso imballaggi a basso impatto ambientale. Per il consumatore è fondamentale informarsi, non sprecare e riciclare.